Merito, innanzitutto, di Jean-Pierre Bacri, attore, ma pure autore teatrale, sceneggiatore di notevole talento. Anche qui, perfetto. Immusonito ed introverso, buio come il fisico che si ritrova. Ma non proprio catatonico, dopo ciò gli è appena successo; ed a proposito di cosa, non ne sapremo giustamente di troppo. Ancora attento, malgrado le apparenze, a ciò che gli capita attorno. Insomma, terribilmente vero e credibile. E, con lui, il film.

Merito della ragazza, pure: che è l'indimenticata Emilie Duquenne di ROSETTA, istintiva ed incredibilmente libera, volitiva eppure fragile, fino all'incoscienza. E, merito dell'imprevedibile Claude Berri; che, lontano da certi voli pindarici (URANUS , GERMINAL) trova nell'intimità di un progetto modesto l'attenzione per i gesti piccoli ma essenziali, i tempi lunghi dell'osservazione, la forza dei silenzi, momenti di autentica, e pure divertita sensibilità. Per una parte: quella, appunto, che riesce ad evitare di costruirsi sull'interrogativo andranno a letto assieme oppure no…

Ma ce ne è una seconda, quando i due partono in vacanza in Bretagna. Lei legge "Gala", lui una biografia di Dostojevski, lei adora abbronzarsi, lui si ripara sotto il berretto, lei vuol finire la serata in discoteca. E a lui finiscono per dire: vostra figlia? Ma guardi che è in acqua con il suo amichetto. Questo, al cinema e non, l'avevamo già visto.